Descrizione
Note:
I Dharmapala (protettori del Dharma) sono un tipo di divinità .
Si tratta di emanazioni di un Buddha o di un Bodhisattva, la cui funzione principale è quella di eliminare gli ostacoli interni ed esterni che impediscono al praticante di ottenere le realizzazioni spirituali.
Essendo che la nostra vita è piena di ostacoli, ritengo sia molto importante la pratica dei Dharmapala, nonostante alcuni pensano il contrario.
I Dharmapala si manifestano in aspetti irati e terrificanti poiché in questo modo possono spaventare tutti gli ostacoli.
Alcuni protettori sono protettori mondani (per esempio tutti quelli soggiogati da Padmasambhava), i quali aiutano il praticante in affari mondani (per esempio nella ricchezza), ma non sono Dharmapala, poiché non possono aiutare il praticante nell’evoluzione spirituale e non sono oggetto di rifugio.
I Dharmapala illuminati invece sono oggetto di rifugio.
Tra i più importanti protettori del Dharma si elencano:
– Yamantaka
– Mahakala (a due braccia, quattro braccia o sei braccia)
– Palden Lhamo
– Yama Dharmaraja
– Vaishravana
– Ekajati
– Dorje Shugden
– Kinkara
Il Ruolo dei Protettori del Dharma nel Buddhismo Tibetano
I protettori del Dharma occupano un ruolo fondamentale nel Buddhismo tibetano, non solo come figure mitologiche, ma come entità viventi che interagiscono attivamente con i praticanti. Queste divinità sono invocate per proteggere gli insegnamenti del Buddha, mantenere l’ordine cosmico e difendere i fedeli dalle forze maligne. La loro presenza è percepita come indispensabile per il successo delle pratiche spirituali, e la loro venerazione è parte integrante della vita quotidiana dei monaci e dei laici tibetani.
Nel contesto del Buddhismo tibetano, i protettori del Dharma agiscono come guardiani, garanti della giustizia e della morale. Sono considerati essenziali per mantenere l’equilibrio tra le forze del bene e del male e per sostenere i praticanti nel loro percorso verso l’illuminazione. I rituali, le offerte e le preghiere rivolte a queste divinità non sono semplici atti di devozione, ma pratiche spirituali profonde che rafforzano la connessione tra il mondo umano e il divino.