Descrizione
Descrizione dettagliata della statua:
La statua raffigura Koyasu Kishimojin, divinità buddhista della fertilità e della protezione materna, in piedi su base rocciosa, con portamento solenne e benevolo. L’opera è interamente scolpita in legno e successivamente laccata e dipinta, secondo la tecnica tradizionale giapponese del periodo Meiji. La superficie mostra tracce di pigmento originale e naturale patina del tempo, indici di autenticità e antica devozione.
La scultura presenta fisionomia femminile con lineamenti sereni e compostezza meditativa. Sul capo porta una corona rituale finemente lavorata, con piccoli motivi dorati simbolo del suo rango divino. L’abbigliamento, composto da vesti a più strati con ampie maniche e bordature dorate, è dipinto in tonalità rosse, brune e nere. Nella mano sinistra tiene un melograno, frutto talismanico associato a fertilità e rinascita spirituale.
La base lignea è scolpita a forma di roccia e dipinta in tonalità scure. Esemplari di Koyasu Kishimojin in legno di questo periodo sono rari e di notevole interesse storico e collezionistico.
Descrizione dettagliata del cartiglio e interpretazione epigrafica:
Il cartiglio, tavoletta votiva in legno naturale levigato, presenta una scrittura verticale a inchiostro nero, eseguita a pennello in stile calligrafico kanbun (cinese classico utilizzato in Giappone nei testi sacri). L’iscrizione, composta da colonne di caratteri kanji stilizzati, è una formula religiosa buddhista che menziona divinità e potenze protettrici come la “Grande Divinità delle Due Armate” (Nigun Daijin), gli “Spiriti Divini e Benevoli” (Kishin Saishin), e i “Buddha e Bodhisattva” (Sho-butsu Bosatsu), oltre al Sutra del Fiore dell’Ornamento (Kegon-kyn) e le “Sette Divinità Giovani” e “Sette Dee Celesti”.
La scrittura, fluida e meditativa, testimonia la mano di un calligrafo religioso. La superficie lignea mostra segni di ossidazione naturale compatibili con il periodo Meiji. Il testo, tradotto liberamente, rappresenta una preghiera di protezione e benedizione universale, recitata per invocare la presenza dei Buddha e delle divinità benevole a protezione della famiglia.
Dal punto di vista teologico, l’iscrizione combina elementi buddhisti e shintoisti in una formula sincretica di protezione e prosperità, coerente con la funzione devozionale della dea Koyasu Kishimojin. Il cartiglio, per tecnica e contenuto, può essere datato con sicurezza al periodo Meiji e costituisce una testimonianza rara e significativa della devozione privata buddhista giapponese.
Interpretazione e autenticità:
Per materiali, stile e caratteristiche tecniche, la statua e il cartiglio risultano coerenti con la produzione giapponese del periodo Meiji. L’insieme rappresenta un esempio di arte votiva buddhista sincretica, realizzata per uso domestico o templare, di autentica manifattura.
Benefici:
Koyasu Kishibojin è una dea buddista che si dice conceda benedizioni per un parto sicuro, l’educazione dei figli, la fertilità, la crescita dei bambini e la guarigione dalle malattie.
Aspetto:
Spesso raffigurata con un frutto di buon auspicio simile al melograno (un frutto talismanico).
Espansione della Fede:
Collegamento con il Buddismo di Nichiren:
Venerata da San Nichiren, è venerata come divinità guardiana (divinità esterna) dai credenti e dai seguaci della setta di Nichiren.
Credenze locali:
Le donne che pregano per un parto e una crescita sicuri dei figli offrono preghiere a Koyasu Kishimojin nei templi. L’otto di ogni mese è un giorno di festa e alcuni templi affermano che i desideri vengono esauditi.